COMMEMORAZIONE DI PASQUALE USAGI

Pubblicata il 24/09/2021

Oggi, 24 settembre 2021, si è svolta la cerimonia di commemorazione di Pasquale Usagi, diciannovenne montericcano monselicense.
Nel centenario della sua uccisione per mano di uno squadrista del fascismo degli agrari locali, la comunità si è riunita in Piazza Mazzini nel punto in cui è stata scolpita la “Pietra di Inciampo”, una delle prime comparse in Italia, a ricordo dell’evento.
In rappresentanza dell'Amministrazione comunale ha partecipato alla cerimonia l'Assessore Luca Piccolo che ha letto l'intervento preparato dal Sindaco:

Ringrazio il signor Paolo Bonaldi collaboratore del Centro Studi Ettore Luccini per aver organizzato questa commemorazione. Rivolgo un saluto molto cordiale al Presidente dell’ANPI di Padova e a tutti i presenti.

Devo essere sincera: questa vicenda di Pasquale Usagi non la conoscevo ne mai mi sono accorta, passeggiando per Piazza Mazzini, di calpestare questa pietra scolpita in sua memoria. Ricercando qualche notizia sui giornali dell’epoca ho trovato questo articolo pubblicato da "L'eco dei lavoratori":
"...La sera del 24 settembre 1921, Usaggi Pasquale della classe 1902 si trovava assieme ad altro compagno nella Piazza Vittorio Em. II di Monselice mentre passava Secco Ettore il noto fascista assieme al suo degno collega Callegari di Padova (Commissario straordinario inviato a Monselice dal fascio di Padova). L'Usaggi rivoltosi al compagno disse le seguenti parole: "come zela che Seco nol ga la bareta nera?". All'improvviso senza alcuna parola il Callegari gli si avventò contro dandogli un pugno fra bocca e naso producendogli la rottura delle ossa nasali, pugno che provocò la caduta dell'Usaggi che cade all'indietro battendo il capo sul selciato. L'Usaggi morì dopo otto ore di agonia senza aver ripreso i sensi per commozione cerebrale determinata dal pugno e dalla contusione prodottagli cadendo a corpo morto, che la voce pubblica dice sia inferto con mano armata di ferro.... In ogni caso la morte venne determinata o direttamente o indirettamente dal violento colpo infertogli dal Callegari nella regione fra il mento e il naso."

Mentre, nell’opera dal titolo “MEMORIE DI STORIA MONSELICENSE DALL’UNIFICAZIONE ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE” a pag 108, Celso Carturan scrive: “In una pietra della piazza nel punto ove cadde l’Usagi, verso via Roma, dai compagni scavatori di trachite venne incisa una croce con la data del fatto "24-IX-1921 e con le iniziali U.P.”

L’Amministrazione Comunale ha patrocinato questo anniversario in quanto non solo ricorda un avvenimento triste avvenuto in un periodo storico molto sofferto per il nostro Paese, ma questa pietra scolpita cent’anni fa è portatrice di un significato importante che vorrei riassumere richiamando un passo del Talmud, testo sacro dell’ebraismo, che recita “Una persona viene dimenticata solo se il suo nome viene dimenticato”.

Ebbene, l’obiettivo di questa pietra scolpita, che oggi potremo chiamare anch’essa “Pietra di Inciampo”, è quello di mantenere viva la memoria di un giovane diciannovenne nel punto esatto dove è caduto, invitando allo stesso tempo a riflettere su quanto un atto di gratuita violenza possa determinare la morte di una persona. Purtroppo ancora oggi l’odio, la discriminazione, la sopraffazione portano a simili episodi che nella nostra Comunità restano, per fortuna, del tutto marginali e socialmente rifiutati.

Ringrazio nuovamente chi ha realizzato questo momento di memoria e di meditazione perché dà la possibilità a me e a quanti sono qui presenti di conoscere la vicenda del nostro concittadino montericcano Pasquali Usagi, vittima innocente di un degrado sociale e politico che stava preparando la dittatura fascista.
                                                                                                                                                                                                    Il Sindaco - avv. Giorgia Bedin

Hanno partecipato all'incontro coordinato da Leonardo Zucchini dell’ANPI di Monselice, anche il collaboratore del Centro Studi Luccini, Paolo Bonaldi e Floriana Rizzetto, Presidente dell’ANPI di Padova.

Il signor Bonaldi, dopo aver esposto dettagliatamente il contesto storico e gli avvenimenti di quel terribile giorno, ha rimarcato l’importanza della pietra d’inciampo come segno indelebile nel tempo, “[…] con la speranza che mai più ci possano essere violenze, ingiustizie e discriminazioni”, mentre la signora Rizzetto ha sottolineato invece come i centri storici siano luoghi essenziali per la memoria collettiva, perché grazie ad essi e a ciò che rappresentano e ricordano, anche attraverso una semplice iscrizione nella pietra “nessuno muore veramente perché vive nel cuore di chi resta”.


 




 


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