Biella, ancora un "Ricordo" dedicato ai Caduti monselicensi nella Grande Guerra

Pubblicata il 28/02/2022

BIELLA, ANCORA UN “RICORDO” DEDICATO AI CADUTI MONSELICENSI NELLA GRANDE GUERRA

Rispondendo all’invito della Prefettura di Padova, la città di Monselice ha aderito a un progetto dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale. L’iniziativa consiste nella partecipazione al completamento di un’area monumentale a Biella, attraverso l’invio di una lastra lapidea riportante il numero dei Caduti monselicensi e il nome del Comune.

Il progetto è promosso dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” della città piemontese, in collaborazione con la Prefettura di Biella e il parere favorevole del Ministero dell’Interno. L’area monumentale “Nuraghe Chervu” nasce per commemorare la Brigata Sassari e i caduti biellesi. E’ stata inaugurata nel marzo 2019 con la posa delle prime 250 pietre di riuso provenienti da diverse regioni d’Italia. La proposta finalizzata al suo completamento, è l’omaggio alla memoria e a testimonianza di tutti i Caduti della Grande Guerra.

Il Sindaco Giorgia Bedin ha voluto recuperare, dai magazzini comunali, una piccola lastra di trachite del luogo fatta incidere da una ditta specializzata, che sarà spedita nei prossimi giorni tramite corriere al Comune di Biella.

La pietra reca il numero “274”, il numero dei soldati monselicensi che hanno perso la vita durante il conflitto mondiale riportati da Annibale Mazzarolli, nella sua opera “Monselice. Notizie storiche”, Padova, 1940 a pag. 188.

Ulteriori recenti ricerche ad opera del bibliotecario e archivista Flaviano Rossetto hanno ampliato il numero a 336 comprendendo le varie cause di morte (per malattia, in prigionia …). Tuttavia essendo il dato fornito dal Mazzarolli l’unico “ufficiale” e pubblicato, si è ritenuto opportuno trasferirlo nella lastra commemorativa.

Riguardo al monumento che è in via di realizzazione – sottolinea il sindaco Giorgia Bedin - va il mio apprezzamento per la sua educante valenza civile priva, nella materiale e immediata concretezza, di inutile retorica riproponendo uno strumento di quella memoria patria che non possiamo cancellare ma trasmettere alle giovani generazioni.

 

           

 

 

 



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