Dalla Fondazione Giorgio Cini al Castello di Monselice: il ritorno di tre opere

Pubblicata il 16/06/2022

Dalla Fondazione Giorgio Cini al Castello di Monselice: il ritorno di tre opere
Grazie a un accordo di deposito tra la Regione del Veneto e la Fondazione Giorgio Cini, le opere trafugate nel 1979 e recuperate dai Carabinieri tornano nella splendida sede scelta per loro da Vittorio Cini, il Castello di Monselice.
Monselice - Tornano finalmente a casa tre opere trafugate nel 1979 dal Castello di Monselice, di proprietà della Regione del Veneto e appartenuto a Vittorio Cini, uno dei maggiori collezionisti italiani attivi tra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra. Giovedì 16 giugno 2022 alle ore 11 si è tenuta la cerimonia ufficiale di consegna delle tre opere recuperate grazie alle indagini del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia tra il 2001 e il 2015 e restituite alla Fondazione Giorgio Cini, proprietaria del Castello al momento del furto. Le opere sono: un'Adorazione dei pastori cinquecentesca di artista padano (Cremona?) dell'ultimo quarto del XVI secolo; un San Luca Evangelista seicentesco attribuito a Pietro Bellotti, entrambi dipinti su tavola, e un bassorilievo ligneo policromo con l'Adorazione del Bambino di scuola lombarda del Quattrocento.
Alla cerimonia sono intervenuti: Francesco Calzavara, Assessore alla Programmazione, Attuazione programma, Rapporti con il Consiglio Regionale, Bilancio e patrimonio, Affari generali, EE.LL. Regione del Veneto; Francesca Scatto, Presidente della Sesta commissione consiliare permanente (Politiche per l'istruzione, la formazione ed il lavoro; politiche per la ricerca; politiche per la cultura, il turismo e lo sport) Consiglio Regionale del Veneto; Cristiano Corazzari, Assessore al Territorio, Cultura, Sicurezza, Flussi migratori, Caccia e pesca Regione del Veneto, Giorgia Bedin, Sindaco di Monselice; Aldo Rozzi Marin, Amministratore Unico della Marco Polo Srl; Renata Codello, Segretario Generale Fondazione Giorgio Cini; Christian Costantini, Comandante Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia; Luca Massimo Barbero, Direttore dell'Istituto di Storia dell'Arte Fondazione Giorgio Cini.
L'evento è parte delle attività congiunte tra Fondazione Giorgio Cini e Regione del Veneto per la valorizzazione della ricchissima raccolta d'arte di Vittorio Cini, oggi in larga parte custodite tra il Castello di Monselice, l'Isola di San Giorgio Maggiore e la Galleria di Palazzo Cini.
Dal sito della Fondazione Giorgio Cini

Il Sindaco di Monselice, Giorgia Bedin, intervenendo: "A nome dell'Amministrazione comunale e mio personale saluto e ringrazio tutti i presenti, che dimostrano ancora una volta quanto il valore dell'arte e della cultura siano percepiti come essenziali per uno sviluppo equilibrato della società e per la qualità della vita dei cittadini.
Cultura e arte sono strumenti di crescita che fanno bene anche ai numeri dell'economia. Lo dimostrano i legami sempre stretti tra valorizzazione dei beni artistici e turismo.
Bisogna investire in cultura, innovazione e accoglienza turistica per competere con le offerte degli altri Paesi europei, per accrescere gli standard, e così valorizzare ancor di più storia, tradizione e natura dell'Italia. 
E' davvero un evento da festeggiare questo "Ritorno a Monselice" di opere d'arte sottratte e in parte recuperate grazie alla ben nota professionalità ed alla capacità del Nucleo Carabinieri a ciò deputato.
In realtà non è una vera e propria restituzione, come è già stato sottolineato, ma un accordo di deposito tra Regione Veneto e Fondazione Giorgio Cini.
Tuttavia questa speciale concessione mi pare l'occasione propizia per lanciare un'idea: perché non creare una circolarità di opere da ospitare di anno in anno in uno spazio apposito, stimolando in tal modo il ritorno dei visitatori, utile il fatto a suscitare insieme dibattiti culturali e interesse verso il bello di cui abbiamo davvero bisogno specie nei giorni così difficili che stiamo attraversando.
In più, sappiamo che le varie sezioni del museo civico di Padova hanno ben accolto alla fine dell'ottocento la nostra vasta e preziosa collezione dell'Abate Stefano Piombin.
Anche da Padova, in debito di riconoscenza, potrebbero dunque venire depositi temporanei, dei prestiti di opere adatte a riproporre, almeno in parte, la dimensione di quasi - Città che ebbe nel passato Monselice dal punto di vista artistico- archeologico oltre che monumentale. 
Mi rendo conto che occorrerà lavorare, attivare le necessarie sinergie, ma credo che sia davvero possibile ampliare e consolidare altri ritorni, stimolati e favoriti proprio dalla bella giornata che oggi giustamente celebriamo.
"

In allegato la descrizione delle opere
 

 

 

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