OFFESE E ATTI INTIMIDATORI, 45 SINDACI DELLA BASSA PADOVANA SCRIVONO ALLE AUTORITÀ CHIEDENDO MAGGIOR TUTELA DOPO IL CASO DI MONSELICE

Pubblicata il 10/08/2022

OFFESE E ATTI INTIMIDATORI, 45 SINDACI DELLA BASSA PADOVANA
SCRIVONO ALLE AUTORITÀ CHIEDENDO MAGGIOR TUTELA DOPO IL CASO DI MONSELICE

Dopo l'ennesimo atto intimidatorio, con offese a sfondo sessista via social network indirizzate alla sindaca di Monselice Giorgia Bedin, ben 45 primi cittadini della Bassa padovana hanno scritto alle autorità politiche e pubbliche per chiedere maggiore tutela rispetto a episodi sempre più frequenti che minano la loro onorabilità.

"L'episodio di violenza verbale che mi ha riguardato - afferma Bedin - e del quale si è molto discusso in questi giorni, è solo la punta di un iceberg che vede moltissimi tra noi sindaci offesi gratuitamente sui social dai cosiddetti leoni da tastiera".

Da qui la volontà dei sindaci della Bassa padovana di riunirsi e di inviare una comunicazione chiara indirizzata alle massime cariche politiche, al Questore, al Prefetto e al Presidente del Tribunale di Padova.

"In tutti questi casi il comune filo conduttore è quello che vede la Magistratura lasciare impuniti gli autori di queste gravi condotte che ledono la dignità di noi sindaci sia come persone che come rappresentanti delle Istituzioni - si legge nella lettera -. Questo legittima purtroppo molti altri a ritenersi liberi di offendere, diffamare o minacciare, sapendo di poter contare su una sorta di immunità".
"Ovvio che non si mette in discussione la libertà di critica politica all'operato di questo o di quel sindaco - continuano i firmatari -, che deve esserci e deve tuttavia rimanere nei toni di un corretto ed educato scambio di idee e opinioni divergenti, ma gli episodi di cui trattasi sono tutti scollegati dalla critica politica: si fa riferimento ad offese o minacce gratuite rivolte al Sindaco solo per screditarne l'immagine ed il ruolo e fini a se stesse. Ecco perché, noi Sindaci della Bassa, dopo l'ultimo episodio, abbiamo deciso di unirci per difendere la nostra categoria, affinché la giustizia sia veramente uguale per tutti".
"Quello che mi ha vista protagonista è un fenomeno davvero dilagante - conclude Bedin -, che mina la credibilità delle Istituzioni. È necessario dunque che ciascuno dei destinatari della nostra lettera, secondo le proprie competenze, intervenga per tutelare i nostri diritti, anche promuovendo insieme a noi sindaci stessi una riforma legislativa che consenta una maggior tutela per la nostra categoria. Inciviltà e violenza non devono restare impunite".

 

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