La Via Romea Germanica
La Via Romea Germanica, è l'itinerario di pellegrinaggio internazionale di 2200 km utilizzato fin dal medioevo, da Stade (sulla foce dell'Elba - Mare del Nord, Germania) a Roma. Attraversata la Germania e l'Austria giunge in Italia attraverso il Brennero, scende per Bolzano e Trento fino ad imboccare in Veneto la valle del Brenta per attraversare una trentina di comuni delle province di Vicenza, Padova e Rovigo e proseguire quindi verso sud per l'Emilia Romagna (Ferrara, Ravenna, Forlì), la Toscana (Arezzo), l'Umbria e il Lazio fino a Roma.
 
Ha recentemente ottenuto la certificazione di "Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa", il massimo riconoscimento concesso dal Governing Board del Consiglio d'Europa, in precedenza già assegnato al Cammino di Santiago e alla Via Francigena. Una opportunità straordinaria dal punto di vista culturale, turistico ed economico per i territori e i comuni attraversati.
 
La Via Romea Germanica ripercorre il tragitto fatto nel 1236 dall'abate Alberto di Stade nel ritorno da Roma, dove si era recato per incontrare papa Gregorio IX, alla città di origine. Scelse, infatti, quella che lui ritenne la melior via, ossia la più sicura e diretta che lo portò lungo l'Appennino, attraverso le valli ravennati e ferraresi, fino a Rovigo, Anguillara, Padova, Curtarolo, Bassano, Solagna, Cismon (le località venete citate), per poi proseguire verso Trento e il Brennero come si evince dalla trascrizione del documento originale scritto nel 1252 dallo stesso Alberto.
 
Con lo scopo di proporre, promuovere e valorizzare questo itinerario storico percorso nei secoli da pellegrini, viaggiatori e personaggi storici, nel 2012 si è costituita l'associazione italiana Via Romea Germanica (VRG) con sede a S. Sofia (FC). Nel 2018, insieme con la tedesca Romenweg e l'austriaca Jerusalem Way si è costituita l'Associazione Europea Via Romea Germanica (EAVRG) con sede a Bolzano, la stessa ad avviare ed ottenere il riconoscimento di Itinerario culturale di interesse europeo da parte del Consiglio d'Europa.
 
Oggi interessa in Italia 118 comuni, di 14 province suddivise in sei Regioni per un totale di poco più di 1000 km. In Veneto sono coinvolti 33 comuni delle province di Vicenza, Padova e Rovigo. Alla data odierna la VRG ha come Soci Ordinari 44 Enti Pubblici di cui 35 Comuni Italiani (Bolzano, Ravenna, Forlì, Arezzo, Orvieto e altri minori), l'Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Romagna Acque, il Consorzio di Bonifica della Romagna, e Associazioni come: diversi CAI, Rotary, Italia Nostra, GAL, Associazioni legate ai Cammini. Sono soci sostenitori circa 200 singole persone.
 
A cura dell'Associazione Italiana è stata recentemente pubblicata ed è disponibile la GUIDA UFFICIALE DELLA VIA ROMEA GERMANICA.
Per maggiori informazioni: www.guidaromea.eu; www.viaromeagermanica.com.


La nostra Città è una tra le più belle Tappe della Via Romea Germanica ed è evidenziata nella Tappa Generale n. 63, con l'arrivo da Padova e facendo sosta a Monselice, Tappa d'Italia n. 15.

63 - (ITA 15) - Padova - Monselice
Tappa 15 - Padova-Monselice - tappa senza alcun problema: il percorso parte dalla Basilica del Santo, segue sostanzialmente il Cammino di Sant'Antonio e passa non lontano da Abano Terme, attraversa Mezzavia, Battaglia Terme e passa davanti al Castello del Catajo e alla Villa Emo.  

Partendo da Piazza del Santo, si arriva a Prato della Valle, forse la piazza giardino più ampia d'Italia. Attraversata tutta la piazza, attraversato Piazzale Santa Croce, si continua diritti su pista ciclabile. Poi si va alla confluenza di uno dei tanti canali con il fiume Bacchiglione. Attraversato il primo ponte si continua sull'argine poi un secondo. Quindi si va lungo l'argine Lungargine dei Barcari o Via Mandria. La pista ciclabile lungo il canale Battaglia porta a Monselice; ma anche se è una lunga retta, offre varie sorprese architettoniche e urbanistiche. Si sottopassa la SR 47 e si arriva alla Villa Molin. Si sottopassa la SS 250, e si arriva al Castello del Catajo. Poi c'è la cittadina di Battaglia Terme, quindi si passa davanti alla Villa Emo e infine a Monselice. Si attraversa il canale Battaglia sul ponte in ferro, e si arriva in centro a Piazza Mazzini.

Punti di interesse
Canale Battaglia - È un corso d'acqua navigabile che si dirama dal Bacchiglione a Padova. Pressoché rettilineo, si muove verso sud-sudest. Dopo aver lambito Battaglia Terme, si unisce al canale Bisatto per formare il canale Vigenzone. Scavato tra il 1189 e il 1201 dai padovani, permise di ottimizzare la bonifica del territorio circostante e di unire più facilmente Padova con le città fortificate di Monselice ed Este. Fu per secoli una fondamentale via commerciale per collegare i Colli Euganei a Padova e Venezia (tra le merci trasportate, la trachite estratta nella zona). Sono numerosi i ponti e le ville che si affacciano alle sue rive e permetteva a molti signori veneziani di raggiungere le residenze estive via barca.
Battaglia Terme - Delimitato a nord e a sud da due sontuose dimore principesche, adagiato tra i Colli a ovest e un intreccio di canali del fiume Bacchiglione che portano al mare a est, Battaglia Terme è un paese sorprendente, nella cornice naturale offerta dai Colli Euganei. Il Ponte alla veneziana, detto anche "dei scaìni" (perché è a gradini, caso unico in tutto il padovano), è in mattoni ad arco a tutto sesto con statua di San Giovanni Nepomuceno, il santo protettore degli innocenti perseguitati e invocato contro i pericoli derivanti dalle acque. Da considerare l'antica grotta termale naturale del Colle di S. Elena e i suoi relativi bagni, noti già in epoca longobarda. Per secoli con il suo porto è stata un continuo mercato, luogo di scambi di merci e collegamenti per le città di Padova, Este, Chioggia, Ferrara. Alla fine del XVIII secolo, Pietro Estense Selvatico costruisce un lussuoso e confortevole stabilimento termale che ospita subito personaggi illustri e consolida definitivamente la tradizione termale di Battaglia. Tra i principali monumenti storici da vedere segnaliamo la Chiesa di San Giacomo (risalente al 1332); conserva una Madonna col Bambino, opera pregevolissima di Giovanni Maria Morlaiter. Il Catajo, maestoso e imponente castello della seconda metà del sec. XVI. La Villa Selvatico-Sartori, costruita sul finire del sec. XVI sulla sommità dello storico colle di Sant'Elena. L'Arco di Mezzo, manufatto idraulico posto al centro del paese sulla sponda orientale del canale Battaglia: ne regola il deflusso delle acque che si gettano nell'alveo del canale Vigenzone. Per secoli questo ha fornito energia a tutti gli opifici. La Conca di Navigazione, uno straordinario monumento di ingegneria idraulica perfettamente funzionante che, consentendo ai natanti di superare un dislivello massimo di sette metri, collega il canale Battaglia (ovvero il territorio padovano ed euganeo) con il Rialto-Vigenzone, cioè con il mare. L'Oratorio di Santa Maria, più noto col nome di Chiesetta del Pigozzo (picchio, cuculo); il 25 marzo accanto alla chiesa si vendono i cuchi, uccelletti di terracotta vivacemente colorati che emettono un suono simile al verso del cuculo. Nel centro del paese è allestito il Museo della Navigazione Fluviale, unico nel suo genere, che conserva molti reperti (oltre quattromila) tra imbarcazioni fluviali, equipaggiamenti, ricostruzioni in scala, fotografie storiche, disegni costruttivi, carte di navigazione, libri, documentazione tecnica e commerciale relativa alla storia dei barcari di cui Battaglia fu centro importante.
Monselice - La città, per la sua posizione geografica, ebbe una esplicita vocazione militare, di cui si ha notizia a partire dal VII secolo d.C. quando il re dei Longobardi Agilulfo occupa il territorio e conquista il castello che avevano costruito i bizantini. Monselice è ancora oggi un centro di riferimento per il territorio, servito da un importante snodo stradale e ferroviario. A Monselice è possibile visitare numerosi luoghi di culto storici, primo fra tutti l'antica Pieve di Santa Giustina (chiamata anche Duomo Vecchio), un edificio in stile romanico costruito nel 1256 con all'interno affreschi medievali, un polittico e una tavola quattrocentesca (Madonna dell'Umiltà) oltre a varie tele di scuola veneta del '600 e '700. Accanto alla pieve, oltre la Porta dei Leoni Comitali, si giunge alla Porta Romana che permette l'ingresso al Santuario Giubilare delle Sette Chiese, costituito da sei cappelle e dalla Chiesa di San Giorgio, all'interno della quale si trovano i corpi e le reliquie dei primi martiri cristiani. A Monselice, come già accennato, sono presenti molte altre ville veneziane. L'antico Castello medievale, conosciuto anche come Cà Marcello o Castello Cini è destinato a finalità museali. All'interno del complesso si trova la sede dell'Antiquarium Longobardo, dove sono esposti i reperti della necropoli rinvenuta sulla rocca, e il Museo delle Rarità. Vicino al castello si trovano anche il Palazzo o Loggetta del Monte di Pietà e l'antica Chiesa di San Paolo, oggi sconsacrata e adibita a sala espositiva, ma al suo interno sono ancora visibili i resti archeologici della cripta che ospitava le reliquie di San Sabino, patrono della città.


Nella Tappa Generale n. 64 e Tappa d'Italia n. 16 si parte da Monselice per arrivare a Rovigo:

64 - (ITA 16) - Monselice - Rovigo
Tappa 16 - Monselice-Rovigo - La tappa è lunga, facile. Il territorio è solcato da canali, opere di bonifica. Il territorio presenta estese coltivazioni agricole a perdita d'occhio.    
Da Monselice si va verso il Duomo vecchio (Santa Giustina), dove inizia Via delle Sette Chiese. Si arriva al semaforo sulla SS 16. Poi si va sulla SP 5, prendendo un percorso pedonale si giunge in via Vetta, strada periferica con poco traffico, ma che richiede una certa attenzione e che porta fino all'entrata di Pozzonovo, evitando i vari bivi. Si sale sul cavalcavia dell'autostrada A13, si sottopassa la SR 104 e si arriva alla SP 37 o via Marconi che porta al centro abitato di Pozzonovo. Uscendo si arriva, dopo aver superato un canale, in Via Argine. Il percorso continua per questa strada, una volta argine vero e proprio, non molto trafficata. Si incontra la località Bragadine e poi San Luca. Si prosegue fino ad arrivare al canale Gorzone, che viene attraversato; si giunge così ad Anguillara Veneta. Anguillara Veneta è un punto di passaggio obbligato, essendo fin dal Medioevo un punto di passaggio sul fiume Adige. Il tratto anguillarese della Via Romea Germanica corrisponde sostanzialmente all'antico argine del Gorzon, ben rappresentato sulla Mappa del Retratto del Gorzon conservata presso il Museo Civico Etnografico di Stanghella (PD). Si attraversa l'Adige e si cammina sull'argine destro. Si lascia San Martino di Venezze e si arriva a Boara Polesine (dall'altra parte Boara Pisani). Arrivati alla ferrovia si prende la pista ciclabile che corre lungo i binari. Poi si supera un canale, via Lina Merlin, e si giunge alla stazione ferroviaria di Rovigo. Di qui si va in centro in Piazza Vittorio Emanuele II.

Punti di interesse
Pozzonovo - Il territorio rientra nella bassa Pianura Padana, formatasi nel Pleistocene grazie alla deposizione di detriti (limo, sabbia, ghiaia e argilla) portati dai fiumi Bacchiglione, Brenta e Adige. A partire dal XVI secolo iniziarono i lavori di bonifica delle molte paludi presenti nel territorio, con l'obiettivo di potenziare l'agricoltura. Dopo il crollo della Repubblica di Venezia e il dominio napoleonico, Pozzonovo divenne comune austriaco. Da vedere: Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria (XVIII-XX secolo), Villa Centanini, già Polcastro (XVI secolo) sita in località Capolcastro, il Parco Faunistico nei pressi della frazione di Stroppare.
Anguillara - Sorge sulla sinistra dell'Adige, in mezzo a una fertile campagna, conquistata dalle bonifiche alle paludi e alla malaria che una volta l'affliggeva. Vi si vedono ancora i resti del castello eretto da Jacopo da Carrara a difesa dei suoi domini, e che era "guardato" a turno dagli abitanti delle vicine terre di Agna, di Rovere, di Borgoforte e di Bagnoli di Sopra. Il suo nome deriva da una famosa peschiera d'anguille, che esisteva fin dall'Alto Medioevo in una delle anse del fiume. La sua maggiore ricchezza non è oggi la pesca, bensì la coltura dei cereali e della canapa.
Rovigo - Il territorio è del tutto estremamente pianeggiante, attraversato dall'Adigetto e da numerosi canali artificiali che servono sia per la bonifica idraulica sia per l'irrigazione. Il terreno è molto fertile e adatto in particolare alla coltivazione del mais e di prodotti orticoli di qualità. I primi insediamenti stabili risalgono al II millennio a.C. nell'Età del Ferro (VI e V a.C.). Nell'area di Rovigo fu attivo un insediamento collegato all'etrusca Adria, come documenta la necropoli di località Balone. Gli Estensi erano presenti a Rovigo già nel 1117. La Repubblica di Venezia, con la Guerra del sale, dal 1482. Poi passò ai francesi, agli austriaci e all'Italia. A partire dagli anni 1950 e 1960, Rovigo ha avuto un notevole sviluppo, sia come tradizionale mercato agricolo che come centro industriale. Da vedere: la Chiesa della Beata Vergine del Soccorso (detta "La Rotonda") del 1600, Piazza Garibaldi su cui si affacciano il Teatro Sociale del 1817 e Palazzo Silvestri. Poi Piazza Vittorio Emanuele II su cui si affacciano Palazzo Roncale (1550), la Loggia dei Notari e Palazzo Roverella (oggi museo con opere del Tiziano, Tintoretto, Tiepolo, Bellini). Inoltre: le Torri del Castello, resti della fortificazione medievale; Porta San Bortolo è la meglio conservata delle mura della città, ristrutturata dai veneziani; il Museo dei Grandi Fiumi valorizza il patrimonio storico del Polesine che si estende tra Po e Adige.


 
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