FESTA DI SAN FRANCESCO. PATRONO D’ITALIA.

Pubblicata il 06/10/2016

CONVENTO FRATI MINORI DI SAN GIACOMO, 4 OTTOBRE 2016 
FESTA DI SAN FRANCESCO. PATRONO D’ITALIA.
“Solennità civile e giornata per la pace, per la fraternità e il dialogo fra le religioni”

Come ogni anno in occasione della festività di San Francesco si svolge nella chiesa del convento francescano di San Giacomo in Monselice la Santa Messa nella quale l'Amministrazione comunale offre l’olio per la lampada votiva. Così come ogni anno una Regione a turno offre l’olio che alimenta la lampada che brilla accanto alla tomba di San Francesco, nella cripta della Basilica di Assisi.

Il Sindaco, dopo l’omelia, prende la lampada spenta dal tavolino, la colloca sul candelabro di fianco all’icona di S. Francesco, colloca sull’altare l’offerta e va all’ambone per un brevissimo intervento che conclude con la lettura di una preghiera. Il Sindaco poi si reca davanti all’icona di S. Francesco e accende la “lampada votiva” 

Saluto del Sindaco Francesco Lunghi

Quando abbiamo appreso la notizia del congedo da questo luogo da parte dei Frati Minori, siamo rimasti tutti sbigottiti e rattristati. Una sincera reazione che la Città di Monselice ha vissuto con compostezza e nello stesso tempo con uno spirito di gratitudine. Quella stessa gratitudine che in qualità di Sindaco ora esprimo pubblicamente a tutte le generazioni di frati che in oltre tre secoli hanno beneficato Monselice. La presenza francescana del convento di San Giacomo in Monselice inizia la sua storia nel 1677, con l'ingresso dei frati minori nel complesso monastico, sorto nel 1162 come "hospitale per pellegrini e poveri". Inizialmente fu affidato a una comunità ospedaliera mista locale, divenuta in seguito monastica, avendo aderito alla congregazione riformista benedettina degli "Albi" di Giovanni Forzatè; la congregazione fu sostituita nel 1420 dal vescovo di Padova Pietro Marcello con i canonici regolari di San Giorgio in Alga, che vi rimasero fino alla soppressione della loro congregazione nel 1668, soppressione voluta da papa Clemente IX. Il 20 marzo 1677, i frati minori riformati ottennero di entrare in San Giacomo, con il beneplacito e la benedizione del vescovo di Padova Gregorio Barbarigo, divenuto santo. Inizia così la plurisecolare storia della presenza francescana in San Giacomo, interrotta forzatamente solo dalla soppressione napoleonica del 1810 e da quella dello Stato unitario italiano nel 1866.
Nel 1966 il vescovo di Padova Girolamo Bortignon ha istituito la Parrocchia di San Giacomo, affidandola alla Provincia Veneta dei Frati Minori. La cura pastorale è per ora continuata con la presenza di don Marco in qualità di Amministratore parrocchiale, al quale va il mio più sentito augurio di proficuo lavoro pastorale.
Come ogni anno siamo qui per il significativo gesto della consegna da parte della comunità civile dell’olio che arderà nella lampada in onore di san Francesco. Il Poverello d’Assisi, testimone del suo tempo. Testimone di quei valori che ancora oggi la nostra società a fatica va ricercando. Di Francesco Patrono della nostra Italia. Questa nostra Patria che sembra aver smarrito il senso civico e le proprie radici. Abbiamo a cuore la nostra tradizione, la nostra fede costruita su saldi valori cristiani e civili. 
Permettetemi un ultimo pensiero in questo Anno della Misericordia. Un Anno Santo, come l’ha voluto papa Francesco. 
Mi lascio sedurre talvolta dalla prospettiva di tradurre il mio impegno sociale, più che sul terreno ìnfido della dialettica politica, su quello più sicuro e di resa più immediata dell’aiuto degli emarginati, della cura delle categorie più bisognose. Riesco a capire che essere uomo “capace di misericordia” oggi significa accettare il rischio della carità politica, sottoposta per sua natura alla lacerazione delle scelte difficili, alla fatica delle decisioni non da tutti comprese, al disturbo delle contraddizioni e delle conflittualità sistematiche, al margine più largo dell’errore sempre in agguato. Comprendo che tenersi aggiornato o seguire i meccanismi complessi della legislazione sociale, tanto care al francescanesimo, sono opere di misericordia corporale e spirituale tra le più meritorie davanti agli occhi di Dio e della storia. In questo gesto della consegna dell’olio, ardano anche tutte le speranze che Monselice vive nel faticoso cammino verso una società migliore. Invocandone la benedizione!


Preghiera:
O beato Francesco,
   noi, cittadini di Monselice
   insieme a tanti altri tuoi devoti,
   siamo qui nel giorno solenne
   dedicato alla tua memoria.

A nome della mia Città di Monselice,
   accendo la “lampada votiva”
   in segno della nostra devozione a te.

La sua fiamma ardente
   sia continua preghiera a Dio,
   implorante su tutti i cittadini di Monselice
   la soavità della tua protezione
   amica, benedicente e consolatrice.

Ti preghiamo che questa città di Monselice
   cresca come una “sola famiglia”,
   nella quale fioriscano
   la giustizia, la solidarietà e la concordia,
   l’onesta dei cittadini e la saggezza dei suoi amministratori.
   Sia sempre “terra e abitazione di quelli 
   che conoscono e glorificano
   il nome benedetto e glorioso... del Signore,
   a lode e gloria della Trinità Santa, 
   che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen


 


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